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Comune di Santa Luce
CENNI STORICI
È assai probabile che il paese di Santa Luce derivi il suo nome, come dice il Toscanelli, dal medievale Sancta ad Lucam; in effetti è difficile ipotizzare una origine del paese più indietro dell’epoca medievale, anche se nella vicina Pieve sono pure oggi visibili reperti di indubitabile fattura classica. Questo Capoluogo di Comune mantiene ancora oggi inalterata la planimetria dell’antico Castello con borgo, secondo la più consueta urbanistica feudale circolare, con due o tre cinte murarie. Ma la cosa più probabile è che il borgo abbia preso il nome della vicina consueta urbanistica feudale circolare, con due o tre cinte murarie. Ma la cosa più probabile è che il borgo abbia preso il nome della vicina e già importante Pieve già dedicata a Santa Lucia fino alla sua fondazione.
Per certo si sa che di Santa Luce furono Signori i Conti Cadolingi di Fucecchio: di costoro fu il Conte Ugo, figlio del fu Ugaggione di Guglielmo Bolgaro a vendere il 6 Aprile 1109, alla Badia di Morrona la metà dei sui averi in Acqui, fatta eccezione del Castello di Santa Luce e la sua Torre. Con la sentenza del 2 Dicembre 1135 i consoli di Pisa risolvono la controversia sorta tra gli Uppezzinghi, eredi dei Codalingi, e il Vescovo di Pisa, per il diritto su alcuni possedimenti compresi nel distretto di Santa Luce, cosi molta parte del territorio divenne dominio temporale e spirituale degli Arcivescovi di Pisa.
Della Chiesa, invece, intitolata a Santa Lucia, si ha notizie come suffraganea della Pieve di Sant’Angelo fino dal 1046, una soggezione da cui si liberò solo nel 1498 allorché passò sotto il diretto patrocinio degli abitanti di Santa Luce. Ma solo il 25 Aprile 1498 ebbe il fonte battesimale: lo ottenne in seguito alle reiterate istanze degli abitanti che denunciavano la scomodità di doversi recare per un rito tanto importante alla Pieve.
Durante la dominazione Fiorentina
Nel 1406 anche Santa Luce fu una di quelle comunità che si arrese ai Fiorentini prima della caduta di Pisa. Fu occupata dalle truppe di Giovanni di Michelazzo di Giunta, ma ottenne condizioni di resa particolarmente vantaggiose: solo le fu imposto l’invio, ogni anno a Firenze, in segno di devozione, per la festa di S, Giovanni B., un cero di 15 libbre. Nel 1496 tuttavia si ribella con Pisa ai Fiorentini, ma subito rioccupata fu rasa al suolo
Nel 1551, insieme a Pastina e Pomaia, Santa Luce contava 734 abitanti, nel 1745, con la Pieve, 433 abitanti e forse in questa epoca la comunità di Santa Luce non comprendeva più Pastina; ma il paese doveva aver perso parecchio di importanza dal momento che il Targioni Tozzetti non vi fa alcuna particolare nota all’infuori di una fonte nei boschi lontana due miglia in località detta Salcetti, una sorgente usata con frutto dai paesani per la diarrea e per la dissenteria, e per quanto dicono, con felice successo. Solo col 1776, in seguito al riordinamento amministrativo di tutto il Granducato, Pastina tornd a far parte della comunità di Santa Luce, e da allora fu Orciano ad essere unito a questo Comune o ad esserne separato.
Nel 1778 nel Comune si raccoglievano 1.200 barili d’olio, 1.000 barili di vino, 400 sacchi di grano, 600 sacchi di altre granaglie; vi si allevavano 800 pecore e 400 capre; vi funzionavano, azionati dalle acque del terrente Sabbiena, quattro mulini (3 a una ruota 1 a due ruote).
In località della “Fossa” era attiva una fonte termale, di acque calda, in tutto simile a quella che sgorgava ai Bagni di Acqui.
Tratto da http://www.comune.santaluce.pi.it.
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